Il coraggio di raccontarsi

Benvenuti nella sezione del blog di Barbara Guerrini dedicata a "Il coraggio di raccontarsi". Qui esploriamo le storie che ci definiscono, le reazioni che suscitano e i consigli per superare la paura di condividere il proprio vissuto online. Scoprite come la condivisione può trasformare e connettere.

"Ricevere le loro storie è il regalo più grande. Sapere che la mia condivisione ha aperto un varco per altri è incredibilmente gratificante."

Barbara Guerrini

"Raccontare la propria storia può aiutare le donne e uomini in difficoltà ad affrontare determinate situazioni"

Barbara Guerrini

Ho imparato ad amarmi anche nei giorni no

Ciao sono Claudia, 35 anniPer anni ho creduto che l’amore per me stessa fosse qualcosa che non meritavo.Avevo 17 anni quando, guardandomi allo specchio, ho iniziato a vedere un’immagine distorta. Ogni centimetro del mio corpo mi sembrava di troppo, ogni numero sulla bilancia era un giudizio sul mio valore. Così ho iniziato a tagliare, a ridurre, a controllare… fino a scomparire.La mia vita era fatta di calcoli, di “oggi ho mangiato troppo” o “domani devo fare di più per compensare”.Più il mio corpo si indeboliva, più la mia mente diventava prigioniera di quella voce che mi ripeteva che non sarei mai stata abbastanza.A 23 anni sono finita in ospedale. Non per scelta, ma perché il mio corpo non reggeva più.Ricordo ancora una dottoressa che, con uno sguardo fermo ma pieno di compassione, mi disse:Claudia, tu meriti di vivere. Non di sopravvivere.È stato il punto di svolta.Non è cambiato tutto in un giorno, anzi. Ci sono voluti anni di terapia, di pianti, di ricadute.Ma ho imparato a riconoscere i segnali del mio corpo, ad ascoltarlo invece di punirlo.Ho iniziato a parlarmi come parlerei a una persona che amo: con dolcezza, con comprensione.La vera vittoria è stata capire che amarmi non significa piacermi ogni giorno. Significa accettarmi anche nei miei “giorni no”, quando la mente prova a tirarmi indietro.Oggi il mio corpo non è perfetto secondo i canoni che una volta inseguivo, ma è forte, mi sostiene, mi permette di correre, ballare, abbracciare chi amo.Ed è proprio in questa imperfezione che ho trovato la libertà.Se stai leggendo e stai vivendo quel buio, sappi che non sei sola.Non è facile, non lo sarà domani e forse nemmeno tra un mese.Ma passo dopo passo, parola dopo parola gentile verso te stessa, puoi rinascere.E quando imparerai ad amarti anche nei tuoi giorni no, ti accorgerai che la vita può essere molto più bella di come te l’eri immaginata.

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Luoghi che sembrano sospesi nel tempo

Ciao sono Giulia ho 47 anni!Ho conosciuto Barbara in uno di quei luoghi che sembrano sospesi nel tempo:un corridoio di ospedale.Lungo, silenzioso.Uno di quei corridoi dove ogni passo pesa, ogni sguardo cerca forza, ogni attimo è una lotta interiore.Le nostre figlie erano ricoverate.entrambe nello stesso ospedale ,due reparti diversi per motivazioni diverse ,ma stavano lottando.

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MARCO 45 ANNI

Mi chiamo Marco. Ho 45 anni ,per anni ho vissuto come un attore sul palco della mia stessa vita.Padre presente,ma con la mente lontana.Marito che c’era,ma a metà.Le giornate scorrevano sempre uguali: lavoro, bollette, impegni.Fuori tutto funzionava.

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La mia forza lo sport

Mi chiamo Luca, ho 47 anni.ho piacere di raccontare la mia storia .C’è stato un periodo della mia vita in cui il buio sembrava aver preso il sopravvento.Non parlo solo di tristezza. Parlo di giornate intere in cui il cuore batteva all’impazzata senza motivo, in cui il respiro diventava corto e il pensiero fisso era: «Non ce la farò.»Tutto era iniziato lentamente, quasi senza accorgermene.Lavoravo troppe ore, con ritmi frenetici e senza mai fermarmi davvero.Alle incombenze del lavoro si sommavano le cose quotidiane: bollette, commissioni, imprevisti.E poi c’era la mia continua necessità di soddisfare tutti: clienti, colleghi, famiglia, amici.Davo sempre, senza mai fermarmi a chiedere cosa volessi io.E più cercavo di accontentare tutti, più cresceva dentro di me la paura di non riuscire abbastanza, di non essere all’altezza delle aspettative.Finché il corpo ha iniziato a mandarmi segnali sempre più forti: notti insonni, attacchi di panico improvvisi, gambe che tremavano senza controllo, sudore freddo che mi colava sulla schiena anche stando fermo.In quei momenti, uscire, parlare con le persone, persino andare a fare la spesa, diventava una montagna troppo alta da scalare.Mi sentivo intrappolato nel mio stesso corpo e nella mia stessa vita.Un giorno, un amico mi ha proposto di uscire a camminare con lui. Non avevo voglia, ma ho accettato solo per non dargli un altro “no”.Abbiamo fatto poche centinaia di metri. Il cuore accelerava, il fiato si faceva corto, e quella sensazione mi ricordava i miei attacchi.Ma lui mi ha detto una frase che mi è rimasta impressa: «Ascolta il tuo respiro, non scappare da lui.»Così ho continuato.All’inizio solo brevi passeggiate, poi qualche corsetta leggera, poi chilometri interi. Ogni volta che il fiato diventava pesante, invece di spaventarmi, lo ascoltavo.Ho iniziato a capire che poteva essere il mio alleato .Con il tempo, lo sport è diventato la mia medicina.Non ha cancellato le difficoltà, ma mi ha insegnato a gestirle.Mi ha ridato il controllo sul mio corpo, la fiducia nelle mie capacità e la prova concreta che potevo superare i momenti di panico.Oggi corro non solo per tenermi in forma, ma per ricordarmi ogni giorno che, anche nei momenti più bui, il mio respiro è lì,ed attraverso lo sport  mi guida verso la luce.

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Per ogni donna che sta leggendo “allora ne sarà valsa la pena”

Mi chiamo Alessia ho 41 anni.Tre figli, un matrimonio finito, e un cuore che per troppo tempo ho lasciato in secondo piano.Non racconto volentieri la mia storia. Ma oggi, dopo aver letto l’ennesimo post di Barbara su Instagram che sembrava scritto per me, ho deciso di scriverla ,Perché se anche una sola donna si ritrova nelle mie parole, allora ne sarà valsa la pena.Era un lunedì.Uno di quelli in cui non hai neanche il tempo di respirare.I bambini da accudire, il lavoro, i conti che non tornano, i silenzi con il mio ex marito che pesano più delle urla.Mi sentivo vuota. Sola. Esaurita.E soprattutto: sbagliata.Poi, quella sera, mi sono ritrovata un post  sull' Instagram di Barbara.Non la conoscevo. ho pianto. Non perché ero triste, ma perché per la prima volta in tanto tempo mi sono sentita compresa.i suoi post non mi dicevano: “Andrà tutto bene.”Mi diceva: “Va già bene. Perché tu stai resistendo.”Da quel giorno ho iniziato a cambiare.Non tutto in una volta. Ma ho smesso di ignorarmi.Ho ricominciato a riscrivere la mia vita.Ho portato i miei figli a vedere il mare, anche solo per qualche ora .Ho detto no a chi mi toglieva energia.E ho detto sì a me.Barbara non mi conosce, ma il suo Instagram e adesso il Suo blog sono stati uno specchio, uno spazio sicuro, un faro.Mi ha insegnato che non sono rotta.Sono solo una donna che sta imparando a rinascere.E oggi voglio dirlo a chi sta leggendo:Se stai cadendo, se ti senti Finita non lo sei.Hai solo bisogno di una voce che ti ricordi chi sei.

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"Motivazione, coraggio, forza e cambiamenti: questi sono i filtri attraverso cui scelgo cosa condividere. È un equilibrio tra privato e pubblico, sempre con l'intento di ispirare."

Barbara Guerrini

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