“Un cerchio chiamato felicità”
Sono state giornate intense, piene di lavoro, amici, e soprattutto dedicate ai miei ragazzi.
Come sempre, nella mia routine c’è spazio per loro. Ma questa settimana è successa una cosa speciale.
Abbiamo fatto una scoperta.
Una di quelle che spesso, presi dalla frenesia, non riusciamo a vedere:
la bellezza della quotidianità. La vita vera.
Siamo saliti in macchina, senza meta né destinazione.
Solo noi, insieme, all’avventura.
Non era importante dove stavamo andando, ma cosa vedevamo con i nostri occhi e il nostro cuore.
Panorami mozzafiato.
Il cielo sereno.
L’aria pulita che ci riempiva i polmoni e l’anima.
Abbiamo riso, parlato, e poi… ci siamo fermati.
Seduti su una panchina, ad osservare la meraviglia che è la Toscana.
E lì è successa la magia.
Ho deciso di chiedere ai miei figli una domanda che forse, per paura o distrazione, pochi genitori fanno:
“Siete felici?”
La loro risposta mi ha lasciata senza parole.
Con semplicità e dolcezza mi hanno detto:
“Mamma, certo che siamo felici! Siamo noi.
Siamo come un cerchio, lo vedi?
Dentro questo cerchio ci siamo noi, con le nostre giornate insieme.”
Un abbraccio silenzioso è bastato a riempirmi il cuore.
In quel momento ho sentito che, nonostante i dubbi, qualcosa di giusto lo sto facendo.
Perché, diciamolo, nessuno ti insegna ad essere genitore.
E spesso navighiamo a vista, sperando di dare il meglio.
Ma poi arrivano quei momenti, come questa panchina,
in cui capisci che fermarsi e ascoltare è la chiave.
Ascoltare davvero.
Guardare il mondo con i loro occhi.
Entrare nel loro mondo fatto di sogni, idee, emozioni.
E ti accorgi che parlare con i tuoi figli non è mai tempo perso.
È tempo guadagnato.
È crescita, per loro e per te.
Perché loro, con la loro spontaneità e purezza, ci insegnano ogni giorno a diventare persone migliori.
BARBARA
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